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Procedendo verso Nord, si può raggiungere il tratto conclusivo del lungomare di Ponente. E’ la baia del Tono, «’Ngònia» per i Milazzesi, che dunque preferiscono ancora utilizzare l’antico termine greco (“angolo”) per indicare appunto questo incantevole e meraviglioso angolo della città, in cui la spiaggia, rettilinea per chilometri, curva tutto ad un tratto, piegandosi col costone roccioso e con le scogliere in una meravigliosa vista mozzafiato, impreziosita dall’azzurro e pescosissimo mare del Tono, già sede di una delle tonnare più grandi di Milazzo.
Proprio alle spalle della chiesetta recentemente restaurata, un tempo adibita a deposito di reti e cordami nei mesi di inattività della Tonnara, i pescatori del rione marinaro di Vaccarella, i tonnaròti, sotto lo sguardo vigile del “rais” preparavano l’occorrente in vista della nuova stagione di pesca. Da qui si apre ancor oggi, lungo il costone roccioso, un suggestivo sentiero che conduce alle alte scogliere, dove a ridosso delle spumeggianti onde del mare è possibile gustare ancor più il meraviglioso panorama, che include una magnifica vista ravvicinata del Castello e della cittadella fortificata. Lungo il sentiero appena citato, ricco di vegetazione spontanea, alla base di un’edicola votiva, un’iscrizione marmorea ricorda che quel minuscolo tempietto venne innalzato nel 1907 «A Maria Consolatrice dai Marinari della Tonnara del Tono».
La baia del Tono e la riviera di Ponente dalle alture della Manica
La piazzetta della ‘Ngònia ospita verso meridione gli antichi magazzini – ristrutturati appena qualche anno fa – che per secoli offrirono riparo alle imbarcazioni di tonnara (muciàra, palischermi o bastardi, buddunàru, portachiàra, gabanèlla, etc.). Di fronte al mare s’innalzano invece i fabbricati appartenuti alle due aristocratiche famiglie proprietarie della Tonnara del Tono, i D’Amico ed i Calapaj.
Il bel palazzotto di questi ultimi, posto accanto alla chiesetta, fu commissionato nel 1815 da Domenico Calapaj, come si evince da alcune iscrizioni leggibili nelle decorazioni in pietra da taglio: recentemente è stato oggetto di ristrutturazione. Non molto distante dalla ‘Ngònia sorgono i bassi fabbricati del residence “La Tonnara”, innalzati all’inizio del Novecento per ospitare lo “Stabilimento”, ossia i reparti di produzione del tonno all’olio in scatole di latta, in cui trovavano occupazione perlopiù le mogli dei “Tunìsi”, così si chiamano gli abitanti della contrada.
Alle spalle della chiesetta, in cui è venerato il simulacro della Madonnina nera del Tindari ed entro la quale è stata recentemente riportata alla luce un’elegante e deliziosa pavimentazione risalente al Settecento, una ripida scalinata consente di raggiungere a piedi la contrada Manica, dove dalle alture del Promontorio è possibile gustare un’altra stupenda vista mozzafiato della ‘Ngònia, del Castello e dell’intera riviera di Ponente.
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Ultima modifica il: 21 Dicembre 2021