La decisione della Regione di nominare un commissario ad acta per far approvare, in sostituzione del consiglio comunale che si è espresso negativamente, la proposta di delibera di adesione del Comune di Milazzo alla società mista pubblica-privata “Messina Acque spa”  per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ato Messina sta provocando vibranti polemiche a palazzo dell’Aquila.
Nei giorni scorsi infatti il commissario regionale, Maurizio Onofrio Sciortino ha dato esecuzione a quanto richiestogli dall’assessorato regionale dell’Energia, approvando anche l’adesione allo statuto e dando mandato al Comune di impegnare la somma di 51.000  euro quale quota da versare alla costituenda società.

«Il presidente del Consiglio comunale deve convocare subito una seduta straordinaria per prendere posizione contro la deliberazione che il commissario della Regione ha adottato per far aderire il Comune di Milazzo nella società Messinacque – afferma il consigliere Pippo Doddo -. Non è possibile che a Palermo decidano di stravolgere la volontà di un consiglio comunale che è l’espressione dei cittadini».

 «Quanto avvenuto era quello che temevano e che abbiamo detto in occasione del voto di quella delibera – ha aggiunto il consigliere Damiano Maisano –. La verità è che si doveva impugnare subito con un ricorso al Tar  la proposta che ci era stata inviata dall’Ato Messina. Non credo adesso che si sarà la possibilità di tornare indietro».

Antonio Foti da parte sua ha ricordato che nel 2011  con un referendum, la popolazione si era dichiarata contro la privatizzazione dell’acqua, e che c’è stato anche il pronunciamento dell’assemblea dei sindaci, mentre Nino Italiano considera quanto avvenuto con l’arrivo del commissario una «operazione politica, un seguito al carrozzone dell’Ato rifiuti, che comporterà prevedibilmente un rincaro dell’acqua e problemi di gestione». Per lui è il momento di scendere in piazza ed «iniziare a protestare contro una politica che ha rovinato le famiglie». Assurdo secondo Danilo Ficarra disattendere l’esito del referendum popolare contro la privatizzazione dell’acqua proponendo una società mista e chiamare al voto il Consiglio per l’adesione alla costituenda società mista pubblica-privata. «La verità è che la politica vuole privatizzare l’acqua – ha sostenuto Alessio Andaloro – creando un altro carrozzone politico dopo quello dei rifiuti. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo, ma crediamo che anche stavolta dovremo subire in silenzio».